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Asse Roma – Parigi – Berlino in difesa del Mar Rosso

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Si chiamerà “Operazione Aspis” (dal greco “scudo”) l’attività difensiva stabilita dalla coalizione Italia – Francia – Germania e presentata in Consiglio Affari Esteri al Parlamento europeo la mattina del 22 gennaio. Una decisione che prevederà un’azione navale difensiva armata nel Mar Rosso, sfondo degli attuali attacchi da parte dei ribelli yemeniti Houthi, che da tempo hanno intrapreso, in solidarietà con il popolo palestinese, la strada dell’aggressione a imbarcazioni mercantili legate allo stato di Israele e agli Stati Uniti. 

La crisi nelle acque del Mar Rosso è al centro delle preoccupazioni della politica a causa di numerosi fattori, ma anche perché sta causando il caos nei commerci europei, con ritardi nelle consegne alle aziende UE, che per ricevere i materiali e i beni commerciali devono attendere che le navi circumnavighino l’Africa, essendo il Canale di Suez l’area al centro del conflitto con gli Houthi. Ulteriore conseguenza è l’aumento del costo delle merci trasportate, in un momento storico in cui l’instabilità sembra pervadere gli scenari politici e di mercato. Per questa ragione, nel documento presentato in Consiglio Affari Esteri dall’asse Roma – Parigi – Berlino si legge: “Le continue tensioni nell’area rischiano di ripercuotersi negativamente sull’economia globale, causando un aumento dei costi di trasporto e dei tempi di consegna delle merci. Se prolungata, potrebbe avere potenziali effetti destabilizzanti su alcuni Paesi, come l’Egitto, il cui bilancio dipende in gran parte dalle entrate provenienti dai transiti attraverso il Canale di Suez”. Le motivazioni alla base della decisione dei tre stati proseguono: “Data la gravità della situazione attuale e i nostri interessi geo strategici, è importante che l’Ue dimostri la sua volontà e le sue capacità di agire come attore di sicurezza globale, anche nel settore marittimo”. In quest’ottica, si prevede che il via libera definitivo alla missione Aspis arrivi il 19 febbraio nonostante non sia ancora chiaro quali saranno le nazioni a confermare l’invio di navi da guerra nelle acque mediorientali, oltre alle firmatarie Italia, Francia, Germania e al Belgio, che ha già risposto affermativamente. 

Per contrastare i dubbi sollevati dalla Spagna di Pedro Sanchez, la coalizione ha espresso come “La missione sarà in linea con la Convenzione ONU sul diritti del mare e sarà difensiva”, come sottolineato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, riservandosi comunque la possibilità di rispondere con la forza se fosse necessario. 

Sandra Spoto

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