La tensione di una giornata da libri di storia si scioglie al tramonto di venerdì 21 ottobre, quando Giorgia Meloni esce sul cortile d’onore del Quirinale e si ferma all’ombra del Torrino, su cui sventolano la bandiera italiana, il vessillo dell’Europa e lo stendardo presidenziale. Nel pollice alzato per dire «ce l’abbiamo fatta» e nel sorriso lampo concesso ai fotografi c’è tutta la felicità della prima donna italiana presidente del Consiglio, capo di un governo di destra che si autodefinisce sovranista. Ventiquattro ministri, solo sei le donne. Due vicepremier (Tajani e Salvini), tante conferme, qualche sorpresa e lo scivolone riparato in fretta dei due azzurri, Pichetto Fratin e Zangrillo, costretti a scambiarsi il dicastero. Non è chiaro, nel caso di Giorgia Meloni, che si appresta a varare il primo governo guidato da una donna della storia repubblicana, se il primo passo sia quello che l’ha portata, senza i favori del pronostico, a fondare Fratelli d’Italia. O se è invece quello che deve ancora compiere, passando dalla vittoria elettorale alla prova dei fatti che ora la attende. La presidente incaricata nasce a Roma il 15 gennaio del 1977 sotto il segno del Capricorno e di anni ne ha 45. L’infanzia e l’adolescenza alla Garbatella, il padre che l’ha abbandonata quando aveva un anno, la complicità con la sorella Arianna, la simbiosi con la madre Anna, gli esordi in politica da ragazzina con il Fronte della Gioventù, la convivenza con il compagno Andrea Giambruno e la nascita della figlia Ginevra, sono stati raccontati e riraccontati, in questi mesi che l’hanno portata dall’essere l’ago della bilancia dell’alleanza di centrodestra fino a conquistare prima la leadership del suo schieramento e poi il diritto di guidare l’Italia da Palazzo Chigi. “Sapete che è molto curioso? lo come sapete ho iniziato a fare politica il giorno dopo la strage di Via D’Amelio. E’ un cerchio che si chiude. Ora salgo questa scala e ci sono le immagini di Paolo Borsellino”, ha detto Meloni che, mentre lasciava Montecitorio dopo aver accettato l’incarico dal Capo di Stato, ha visto le foto della mostra dell’ANSA “A testa alta” che sono esposte nel Palazzo e raffigurano, tra gli altri, il magistrato antimafia oltre a Giovani Falcone e al Generale Dalla Chiesa.